Lo studio SiRENE (Short and Long Term Effects of Transportation Noise Exposure) commissionato dalla Confederazione mostra per la prima volta quanto il rumore sia realmente dannoso per la salute.
L'ATA, Associazione traffico e ambiente è quindi tanto più sorpresa che i risultati di questo studio non vengano in alcun modo presi in considerazione nella revisione dell'Ordinanza federale contro l'inquinamento fonico. L'ATA esige che il Consiglio federale adatti specificamente i valori limite per l'inquinamento acustico in base alle più recenti scoperte scientifiche.
Sono necessarie misure concrete per ridurre il rumore alla fonte, dove possibile, anziché limitarsi a contenerlo. Il Consiglio federale sta effettivamente adottando questo approccio. Tuttavia, dovrebbe andare più oltre – ad esempio, definendo le zone 30 come misura prioritaria di protezione dal rumore o fissando limiti più rigidi di emissioni acustiche da parte di veicoli e pneumatici.
Mancano i meccanismi di sanzione
L'ATA rileva che le autorità non hanno ancora dato seguito in misura sufficiente agli obblighi di legge in materia di protezione dall'inquinamento fonico. Ciò è dovuto al fatto che l'obbligo di effettuare la bonifica acustica esiste già dagli anni '80 e che questa avrebbe dovuto essere completata entro il 2002. Le generose proroghe delle scadenze e la mancanza di pressione hanno fatto sì che troppe persone soffrano ancora oggi di rumori dannosi per la propria salute.
Le autorità svizzere si dimostrano lassiste in materia di protezione antirumore. Finora i singoli cantoni hanno svolto i loro compiti in modo inadeguato. Per garantire in futuro un'esecuzione efficace, il Consiglio federale dovrebbe esaminare misure sanzionatorie in caso di inosservanza delle norme. Il "continuare come prima", anche se la protezione contro il rumore non è sufficientemente realizzata con i mezzi finora disponibili, non è sostenibile.