Secondo la decisione del Consiglio nazionale, il trafico aereo – con le sue alte emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra – sarebbe l’unico settore della politica climatica svizzera per il quale non ci sono misure per contenere gli effetti sul clima. Eppure, il traffico aereo internazionale in Svizzera non paga né la tassa sugli oli minerali né quella sul valore aggiunto o una tassa sul CO2. La tassa sui biglietti aerei compenserebbe solo una piccola parte di queste sovvenzioni nascoste sotto forma di esenzioni fiscali
Il traffico aereo come maggior problema climatico
L’ATA chiede al Consiglio degli Stati di correggere la rotta. Anche il traffico aereo deve finalmente essere incluso nelle misure svizzere di politica di protezione del clima e considerato nella legge sul CO2. Questo è urgentemente necessario per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi sulla protezione del clima e per l’abbandono delle energie fossili.
Una maggioranza della popolazione svizzera approva una tassa sui biglietti aerei. Secondo sondaggi rappresentativi, più del 40 per cento degli interrogati è pienamente d’accordo che «anche il traffico aereo debba in futuro contribuire alla protezione del clima, per esempio con una tassa sui biglietti aerei». Un ulteriore 30per cento è piuttosto d’accordo con questa affermazione.
I paesi vicini alla Svizzera e altri paesi europei hanno già introdotto una tassa sui bliglietti aerei. Non c’è quindi da temere che le Svizzere e gli Svizzeri deviino su aeroporti stranieri. Anche gli stati vicini puntano su misure all’interno dei rispettivi paesi, poiché non si prospetta alcuna soluzione globale.