I programmi di agglomerato sono stati creati per risolvere i problemi di traffico nelle grandi città. A tale riguardo, è opportuno valutare i costi e i benefici dei programmi. Tuttavia, l'ATA ritiene che la definizione di costi e benefici non sia sufficientemente ampia. Ogni forma di trasporto genera sempre costi esterni, sotto forma di danni all'ambiente, incidenti o effetti nocivi per la salute. Di conseguenza, non vanno considerati soltanto i costi di attuazione dei progetti, ma anche quelli secondari ad essa. I costi esterni per mezzo di trasporto sono già stati calcolati dall'ARE e sono quindi noti.
Inoltre, l'ATA richiede che, oltre ai criteri elencati (impatto complessivo sui trasporti, sugli insediamenti, compresi il paesaggio e l'ambiente), anche l'impatto sul consumo energetico e sulle emissioni di CO2 vengano esplicitamente considerati come criteri per la valutazione dei benefici. Di conseguenza, i progetti in materia di traffico che riducono le emissioni di CO2 dovrebbero essere maggiormente valorizzati.
Nessun finanziamento a pioggia
Le grandi città e gli agglomerati urbani presentano i problemi di traffico più gravi. Ciò significa che le misure sviluppate con accortezza possono avere il massimo impatto in questi contesti. Tuttavia, l'ATA ritiene che i fondi dei programmi di agglomerazione siano distribuiti sempre più spesso secondo il principio del finanziamento "a pioggia": poiché molte città più piccole ricevono fondi, troppo poco rimane a disposizione per risolvere i grandi problemi di traffico. L'ATA richiede dunque che i futuri programmi di agglomerato diano la priorità ai grandi agglomerati e riservino loro le risorse finanziarie necessarie.